L’adesione alla campagna ecologista lanciata da Zero Waste Spagna che prevede una settimana di #boicotalplastic, cioè una vera e propria ribellione al cibo avvolto appunto nella plastica, viene confermata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi
“Proviamoci. Proviamo a liberarci dalla plastica e a tenere la nostra città più pulita. Proviamoci almeno per una settimana, dal 3 al 9 giugno, aderendo alla campagna di Zero Waste che ha invitato tutti a boicottare in questi sette giorni tutti i prodotti alimentari che sono imballati nella plastica. Anche Roma può fare la propria parte.
Molto spesso i prodotti che compriamo al supermercato o nei negozi sono inutilmente avvolti nella plastica: involucri che nulla aggiungono alla qualità dei prodotti e che poi dobbiamo buttare nella spazzatura. Quintali di plastica che occupa spazio e il cui smaltimento pesa nella fattura per la spazzatura. E, quando non viene smaltita, questa plastica finisce nei campi o in mare inquinandoli irrimediabilmente.
Tutti noi possiamo fare qualcosa: ad esempio, evitando di comprare prodotti che sono avvolti nella plastica. Che senso ha comprare una confezione di banane “incelofanate” quando si possono comprare sfuse? È un piccolo gesto ma, se ognuno di noi si sforzasse in tal senso, avremmo un ambiente più pulito e la tariffa dei rifiuti più leggera.
Se vogliamo una città più pulita, un ambiente più salubre dove crescere i nostri figli, dobbiamo anche dare il nostro contributo: a partire proprio da questi piccoli gesti quotidiani“.
Gli scienziati da tempo ci avvertono che se non limiteremo il consumo e l’abuso, nel 2050 in mare ci sarà più plastica che pesci. Eppure la grande distribuzione continua ad avere interi reparti che sono un tripudio di materiale plastiche che se non correttamente smaltite e differenziate, finiscono sulle spiagge e in mare uccidendo animali e minando per sempre la biodiversità.
Ecco allora l’appello che arriva da Zero Waste Spain che invita tutti a fare qualcosa in prima persona, perché anche un’intera settimana può fare la differenza nella produzione di rifiuti.
Secondo Greenpeace, ono 12 milioni le tonnellate di plastica che arrivano in mare, eppure se vogliamo fare acquisti plastic free in un supermercato, l’impresa diventa impossibile. Lo avevamo denunciato nella nostra campagna social #svestilafrutta, in cui appunto ci chiedevamo che senso potesse avere mettere arance, banane, cipolle in vaschette di plastica e imballarle come se dovessero affrontare una battaglia.
E non nascondiamoci dietro una questione di igiene: primo perché la frutta in questione ha la buccia, secondo perché nel caso in cui non l’avesse, va comunque lavata prima di essere consumata. Senza dimenticare che la plastica è realizzata con derivati del petrolio, quindi non ci sembra garanzia di sicurezza alimentare.
Quindi, dal 3 al 9 giugno, facciamo sentire la nostra voce soprattutto davanti alla grande distribuzione: solo non acquistando prodotti sfusi imballati così, possiamo mostrare il nostro dissenso.
Iniziamo a pensare a un futuro libero dalla plastica, scegliamo in maniera consapevole.
Come acquistare senza plastica dal 3 al 9 giugno? Ce lo dice Greenpeace. Prima cosa da fare è avere una lista delle cose da comprare così da non cadere negli acquisti compulsivi, poi quella di trovare delle alternative, probabilmente non tutte le banane saranno nella plastica! Terza cosa: portare la retina da casa o la propria borsa riciclabile.
Cosa succederà se dopo quella settimana di boicottaggio la estendiamo a 21 giorni? Cosa succederà se cambiamo quell’abitudine per sempre? Cosa succederà se milioni di persone lo faranno? Ci troveremmo di fronte alla vera fine della contaminazione da parte della plastica.
Vale la pena di provare….
Lunedì 3 giugno 2019