IMPRESSIONISTI FRANCESI – da Monet a Cezanne – mostra multimediale
Per la prima volta in Italia la grande mostra multimediale internazionale Impressionisti Francesi – da Monet a Cézanne che rende omaggio ai grandi artisti ritenuti i precursori di un nuovo modo di osservare il mondo e la natura circostante, di esprimere l’immediatezza e la fluidità attraverso il contrasto di luci e ombre e i colori vividi in ambito pittorico.
Il percorso espositivo, studiato appositamente per le sale del Palazzo degli Esami, conduce il pubblico indietro nel tempo, nella Parigi del XIX secolo: un cuore bohémien, pulsante di creatività e innovazione, che si apprestava a cambiare una volta per tutte il volto dell’arte europea.
Palazzo degli esami – Via Girolamo Induno, 4 – Roma
Web: https://www.impressionistiroma.it/it
DREAM – L’ARTE INCONTRA I SOGNI
A occhi aperti oppure chiusi, di notte o di giorno, nel cassetto o realizzati, al Chiostro del Bramante i sogni incontrano la grande arte contemporanea. Magia, utopia, essenza, incanto e desideri prendono forma nella mostra Dream. L’arte incontra i sogni in un percorso espositivo coinvolgente e suggestivo che permetterà al pubblico di evadere dalla realtà ed entrare in contatto con l’inconscio e l’onirico.
Dream, significato di esplorazione, conoscenza ed emozione, ma anche espressione della parte più profonda dell’essere umano, è la chiave di lettura per accedere ai «vasti e profondi territori dell’anima», come afferma il curatore dell’esposizione Danilo Eccher.
Nella perfetta architettura rinascimentale di Donato Bramante, il sogno diviene elemento di riflessione e rivelazione attraverso i poetici linguaggi dei massimi esponenti dell’arte contemporanea, protagonisti della mostra Dream. L’arte incontra i sogni.
A straordinarie opere d’arte si alternano lavori site-specific ripensati per gli spazi del complesso museale e polivalente con sede nel cuore della capitale, in una successione che diviene un unico grande racconto, anche grazie al coinvolgimento di artisti noti, come Bill Viola, Anish Kapoor, Luigi Ontani, Mario Merz, James Turrell, Anselm Kiefer.
I sogni, guidano gli spettatori attraverso una serie di tappe e passaggi, soste e ripartenze: dal confronto con la natura all’identificazione nelle forme, dall’evocazione di memorie personali e collettive all’attraversamento del tempo, dalla sublimazione delle ombre all’immersione totale nella luce.
“DREAM. L’arte incontra i sogni” completa la trilogia, ideata e curata da Danilo Eccher per il Chiostro del Bramante, iniziata con “LOVE. L’arte incontra l’amore” (2016) e proseguita con “ENJOY. L’arte incontra il divertimento” (2017).
Chiostro del Bramante – Via Arco della Pace, 5
Web: https://www.chiostrodelbramante.it
100 PRESEPI
Oltre cento presepi provenienti da tutto il mondo riuniti a Roma una delle mostre più attese dell’anno. L’esposizione internazionale, giunta alla 43esima edizione, per anni allestita a piazza del Popolo, questo Natale si trasferisce nella Sala San Pio X in via della Conciliazione, organizzata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Un a decisione presa da Mariacarla Menaglia, direttrice della ‘Rivista delle Nazioni’, ente che per 42 anni ha organizzato l’evento e figlia di Manlio, ideatore e fondatore della mostra che da quest’anno prenderà il nome di ‘100 presepi in Vaticano’. “Mio padre ha fondato questa mostra al fine di mantenere viva una tradizione tipicamente Italiana, quella del presepe – dice Mariacarla Menaglia – che è parte essenziale della nostra cultura religiosa e per noi cattolici deve essere un impegno a tenerla in vita nel tempo. Per questo motivo, i tempi sono maturi per un cambiamento importante e di prestigio”. La mostra è visitabile tutti i giorni fino al 13 gennaio, dalle ore 10 alle ore 20, con ingresso gratuito. Il 24 e il 31 dicembre la chiusura è anticipata alle ore 16.
La mostra dei 100 presepi, che prende il nome dal numero di Natività presenti alla prima edizione, poi cresciuto nel tempo, è diventata ormai una tradizione a Roma. L’intento dell’esposizione è quello di proporre ad adulti e bambini piccole opere d’arte realizzate in svariati modi e materiali che rappresentano la Natività e che uniscano i Pesi del mondo in un unico luogo. I visitatori potranno scoprire varie versioni di presepe, e stupirsi dei tantissimi modi in cui lo si possa realizzare. Ogni stile rappresenta la regione italiana o il Paese estero di provenienza, con la sua cultura e le sue tradizioni.
I materiali utilizzati vanno dal corallo all’argento, alle porcellane, dal vetro al bronzo, dalla ceramica all’argilla, in ferro battuto, in legno, in cartapesta, in materiali di recupero; con la cioccolata, il pane, le pannocchie, il mais, tappi o bottoni, gusci di frutti di mare, paste alimentari, candele d’auto e matite. Le dimensioni variano dal formato in miniatura a quelle ad altezza d’uomo. I presepi statici o in movimento hanno ambientazioni diverse: da quelle classiche del seicento e settecento napoletano e siciliano e dell’ottocento romano a quelle avveniristiche espresse con cristalli, ferro e luci colorate o fantasiose come motori d’auto, televisori, damigiane ed altro.
Sala san Pio X in via della Conciliazione
Web: http://www.presepi.it/index.php?lang=it
ANDY WARHOL
La vera essenza di Warhol in mostra al vittoriano. Un’esposizione che con oltre 170 opere traccia la vita straordinaria di uno dei più acclamati artisti della storia.
Il 3 ottobre apre i battenti a Roma, negli spazi del Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, un’esposizione interamente dedicata al mito di Warhol, realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita.
La mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl e curata da Matteo Bellenghi.
Una mostra che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia ad usare la serigrafia e crea la serie Campbell’s Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all’Olimpo dell’arte.
Seguono le serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola.
L’esposizione, con le sue oltre 170 opere, vuole riassumere l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati non solo del mondo dell’arte ma anche della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.
Complesso del Vittoriano – Via di San Pietro in Carcere,
Web: https://www.ilvittoriano.com/index.html
POLLOK E LA SCUOLA DI NEW YORK
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione: arriva a Roma l’action painting di Pollock e dei più grandi rappresentanti della Scuola di New York.
Dal 10 ottobre l’Ala Brasini del Vittoriano accoglie uno dei nuclei più preziosi della collezione del Whitney Museum di New York: Jackson Pollock, Mark Rothko, Willem de Kooning, Franz Kline e molti altri rappresentati della Scuola di New York irrompono a Roma con tutta l’energia e quel carattere di rottura che fece di loro eterni e indimenticabili “Irascibili”.
Anticonformismo, introspezione psicologica e sperimentazione sono le tre linee guida che accompagnano lo spettatore della mostra POLLOCK e la Scuola di New York.
Attraverso circa 50 capolavori – tra cui il celebre Number 27, la grande tela di Pollock lunga oltre 3m resa iconica dal magistrale equilibrio fra le pennellate di nero e la fusione dei colori più chiari – colori vividi, armonia delle forme, soggetti e rappresentazioni astratte immergono gli osservatori in un contesto artistico magnifico: l’espressionismo astratto.
Sotto l’egida dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, con il patrocinio della Regione Lazio e del Roma Capitale – Assessorato alla crescita culturale, la mostra è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con The Whitney Museum of America Art, New York e curata da David Breslin, Carrie Springer con Luca Beatrice.
Complesso del Vittoriano – Via di San Pietro in Carcere,
Web: https://www.ilvittoriano.com/index.html
PIXAR. 30 ANNI DI ANIMAZIONE
Da Toy Story, il primo film completamente “animato” al computer, al più recente Coco, passando per Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo, Cars e Inside Out, solo per citare alcuni titoli, i film della Pixar sono riusciti da sempre a coinvolgere e affascinare bambini e adulti.
Ma in pochi sanno che questi incredibili film sono il frutto del lavoro di una squadra di creativi e registi di fama mondiale che utilizza i tradizionali strumenti come il disegno, i colori a tempera, i pastelli e la scultura insieme a quelli dei digital media più all’avanguardia.
Con oltre 400 opere tra disegni, sculture, bozzetti, collage e storyboard, e una ricchissima selezione di materiali video, la mostra Pixar. 30 anni di animazione curata da Elyse Klaidman e da Maria Grazia Mattei per l’edizione italiana, è un vero e proprio viaggio negli Studios, e nell’universo creativo della Pixar che approda al Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Il percorso espositivo, progettato da Fabio Fornasari, propone una chiave di lettura basata sui concetti di Personaggio, Storia e Mondo, tre elementi fondamentali per realizzare un grande film. Il tutto arricchito da due installazioni spettacolari, l’Artscape e lo Zoetrope, che con la tecnologia digitale fanno rivivere le opere esposte e ricreano l’emozione e la magia dell’animazione.
Palazzo delle Esposizioni – via Nazionale, 194
Web: https://www.palazzoesposizioni.it
ROMA FUMETTARA. UNA SCUOLA DI AUTORI – 25 ANNI IN MOSTRA
La Scuola Romana dei Fumetti, nata nell’ormai lontano 1993 e fondata da un gruppo d’autori, sceneggiatori e disegnatori romani provenienti dalle esperienze più disparate, ha svolto, negli anni, un importante ruolo, sia nel campo della formazione che in quello della promozione culturale e della produzione editoriale. Nel tempo, al gruppo iniziale, si sono aggiunti molti ex allievi affermatisi nel campo del fumetto, dell’animazione del cinema e dei videogame. Divenuti poi, a loro volta, insegnanti e in alcuni casi, soci della SRF. Si sono così mescolate generazioni, stili e professioni, si sono creati progetti di rilievo: da “I Grandi Miti greci a Fumetti di Luciano De Crescenzo” editi Mondadori/De Agostini, al serial in cartoni animati “Ulisse il mio nome è Nessuno” prodotto da RAI2 e vincitore del premio Kineo/Diamanti al Festival del cinema di Venezia nel 2012.
Da questa esperienza, forse unica, nel panorama editoriale italiano, prende vita la mostra che viene proposta a Palazzo delle Esposizioni e che vuole essere qualcosa di più di una semplice celebrazione. Innanzitutto per il tema: Roma. La città che, nel proprio centro storico, a due passi da Piazza del Popolo, non solo ospita la Scuola che ha un’unica sede perché unica è la tipicità del suo modo di essere, ma ne ha soprattutto prodotto l’humus culturale e influenzato il percorso, con la sua grande bellezza e le sue molte contraddizioni. Roma, più che mai Capitale, che attrae studenti e insegnanti da tutta Italia, nel nome del fumetto e che trovano nella SRF la loro casa comune. Roma, vista attraverso lo sguardo ora innamorato, ora ironico, ora malinconico e talvolta dissacrante, di artisti che si esprimono attraverso i comics, l’illustrazione o addirittura lo storyboard cinematografico. Il tutto in una miscellanea di stili che rispecchiano le diverse anime della SRF. E allora saranno esposte le opere di autori, tutti rigorosamente docenti o ex allievi della Scuola che, per l’occasione, daranno la loro personale visione della città eterna. Come Massimo Rotundo, disegnatore di Tex, Stefano Caselli, disegnatore Marvel, Marco Gervasio con il suo “PaperTotti”, Eugenio Sicomoro, che collabora con i maggiori editori francesi, Arianna Rea, autrice per la Disney America, Simone Gabrielli, disegnatore della Glénat e della Bonelli, Maurizio Di Vincenzo, disegnatore di Dylan Dog, Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, autore per Bao Publishing, Riccardo Federici, disegnatore per DC Comics, Carlo Labieni e Marco Valerio Gallo, storyboard artist, Claudio Bruni, regista d’animazione e Greg, Lillo e Max Paiella, attori dal passato da “fumettari” e docenti della SRF, solo per citare alcuni nomi.
Ogni opera, ogni autore, insomma, sarà il tassello di quel mosaico che rappresenta lo storytelling di un sogno, di un percorso, di una città.
Palazzo delle Esposizioni – via Milano 13
Web: https://www.palazzoesposizioni.it/mostra/roma-fumettara-una-scuola-di-autori-25-anni-in-mostra
LA STANZA DI MANTEGNA. CAPOLAVORI DAL MUSEO JACQUEMART-ANDRÉ DI PARIGI
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica presentano dal 27 settembre 2018 al 27 gennaio 2019, nella sede di Palazzo Barberini a Roma, la mostra La stanza di Mantegna. Capolavori dal Museo Jacquemart-André di Parigi, a cura di Michele Di Monte. La mostra, frutto di uno scambio con il Museo Jacquemart-André di Parigi, è incentrata su un ristretto numero di opere di notevole qualità e di grande importanza sia dal punto di vista della storia dell’arte che da quello della storia del collezionismo e del gusto, fra cui due capolavori di Andrea Mantegna.
L’artista soggiornò a Roma dal 1488 al 1490 invitato da papa Innocenzo VIII a decorare la cappella del nuovo edificio del Belvedere. Le pitture con le Storie di Giovanni Battista e dell’Infanzia di Cristo andarono perdute durante alcune ristrutturazioni settecentesche. In città non si conservano opere autografe di Mantegna perciò la mostra è un’occasione unica per ammirare alcune opere di questo straordinario Maestro.
Sei le opere in mostra, raccolte dal celebre collezionista Edouard André (Parigi 1833-1894) e da sua moglie Nélie Jacquemart (Parigi 1841-1912), che lasciarono in eredità la loro prestigiosa collezione allo Stato francese.
La selezione è incentrata sul capolavoro di Andrea Mantegna, Ecce Homo, chiara sintesi di inizio Cinquecento tra le esigenze della pittura devozionale e una costruzione scientifica delle forme anatomiche e dello spazio. Il quadro di Mantegna riveste un ulteriore, eccezionale interesse anche per il suo stato di conservazione, che documenta la tecnica esecutiva originale del pittore e gli effetti estetico-visivi da lui perseguiti.
Accanto all’Ecce Homo sarà esposta un’altra opera attribuita allo stesso Mantegna, la più giovanile Madonna con il Bambino tra i santi Gerolamo e Ludovico di Tolosa, che testimonia, con una cronologia più precoce (1455), l’interpretazione mantegnesca delle immagini di Maria, soggetto ampiamente trattato in area veneta dalla bottega di Giovanni Bellini, con cui Mantegna era in stretto contatto.
Questi sviluppi iconografici ed estetici possono cogliersi chiaramente nella piccola tavola, Madonna col Bambino, di Giovanni Battista Cima da Conegliano, che riprende e riformula quell’ormai autorevole e fortunato modello tipologico.
Il raro ritratto su pergamena di Giorgio Schiavone illustra invece l’interesse per il genere allo stesso tempo moderno e classicizzante del ritratto celebrativo, declinato in un profilo inciso di ispirazione antica e reso con un gusto prezioso della materia che l’artista aveva maturato nella bottega del mastro padovano Francesco Squarcione.
Il culto delle forme dell’arte antica è altrettanto evidente sia nel disegno di scuola mantegnesca, Ercole e Anteo, sia nel ricercato bronzetto di Andrea Briosco, detto il Riccio, anch’egli attivo in area padovana, che raffigura Mosè con l’eleganza della posa e il panneggio solenne di una piccola statua classica.
Tutti questi pezzi lasciano trasparire una fase della storia del collezionismo d’arte europeo della fine del XIX secolo, segnato dalla crescente passione per le opere del Rinascimento italiano e per i maestri delle scuole veneta e toscana, in un intreccio in cui si fondono interessi di ordine sociale ed economico, esigenze conoscitive, critiche e storiche e nuove aspirazioni intellettuali, che può trovare un eloquente parallelo nella raccolta di opere che la collezionista tedesca Enrichetta Hertz (Colonia 1846 – Roma 1913) donò alla Galleria Nazionale all’inizio del secolo scorso.
Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13
Web: https://www.barberinicorsini.org/#home-bottom
ZEROCALCARE. SCAVARE FOSSATI · NUTRIRE COCCODRILLI
La prima mostra personale dedicata al fenomeno del fumetto italiano
Da sempre legato alla scena underground, portavoce della generazione anni ‘90, cresciuta tra precariato e web, tra il G8 di Genova e le serie tv, Michele Rech, in arte Zerocalcare è protagonista di una grande mostra realizzata in coproduzione con Minimondi Eventi.
Il progetto, organizzato intorno a quattro nuclei tematici – Pop, Tribù, Lotte e Resistenze, Non-Reportage – ripercorre tutti gli anni del suo lavoro tra poster, un’ampia selezione di illustrazioni, copertine di dischi, tavole originali dei suoi nove libri, magliette, loghi e un lavoro site specific disegnato dall’artista per l’occasione.
MAXXI – via Guido reni 4A
Web: https://www.maxxi.art/events/zerocalcare/
BALLA A VILLA BORGHESE
Il Museo Carlo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese, situato nel cuore del grande parco romano di Villa Borghese, è il luogo ideale per accogliere questa mostra antologica di Giacomo Balla.
Un’occasione per presentare un focus incentrato esclusivamente sulle opere dipinte nella Villa, con un’indagine sulla prima produzione pittorica dell’artista che, non ancora futurista, è già rivolta allo studio della luce e del colore.
Dopo il matrimonio con Elisa Marcucci, Giacomo Balla si trasferisce, nell’estate del 1904, in un antico monastero in via Parioli 6, l’attuale via Paisiello, all’angolo di via Nicolò Porpora. Nelle stanze-cella di questo angolo felice di natura, ritagliato ai margini periferici della città e molto diverso dall’odierno quartiere Parioli, il pittore stabilisce la sua casa e dipinge ciò che vede dal balcone del suo studio o subito al di fuori della porta dell’abitazione.
Fino al 1910, anno in cui realizza il grande polittico Villa Borghese, il tema della natura ai confini della città diventa per Balla ciò che è per Paul Cézanne la “Montagne Sainte-Victoire”: materia da indagare, da provare e riprovare, da scarnire fino all’astrazione. Si tratta di uno dei primi temi sperimentali affrontati dal pittore, presentato in questa occasione attraverso una trentina di lavori riuniti organicamente, proprio come saranno, all’epoca eroica del Futurismo, i temi della Rondine, vista dallo stesso balcone, l’Automobile in corsa, la Velocità astratta, le Linee forza di paesaggio, le Trasformazioni forme spirito, il Mercurio che passa davanti al sole, e così via.
Nelle sale al primo piano del Museo, un suggestivo ampliamento della mostra attualizza lo “sguardo fotografico” di Balla attraverso una serie di scatti del fotografo Mario Ceppi realizzati negli stessi luoghi dei dipinti in mostra.
La cura della mostra è della storica dell’arte Elena Gigli, studiosa impegnata da anni nella catalogazione dell’opera di Balla.
Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Web: http://www.museocarlobilotti.it/it/mostra-evento/balla-villa-borghese
MARCELLO MASTROIANNI
“Una vita tra parentesi”. Così Marcello Mastroianni amava definire la sua vita. Le parentesi tra un set e l’altro, tra un palcoscenico e l’altro, lungo una carriera fatta di un’infinità di film, di spettacoli, di personaggi.
L’esposizione ripercorre la carriera straordinaria di Mastroianni. Dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948 alla collaborazione con Federico Fellini, di cui diventò un vero e proprio alter ego. Più di cento film tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta, e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Un attore entrato prepotentemente nell’immaginario collettivo, identificato dal semplice profilo (pensiamo all’icona creata da Fellini in 8 e ½), ma su cui in realtà c’è ancora molto da scoprire. E per andare a fondo nella scoperta, come osserva il curatore Gian Luca Farinelli, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita.
Ed è proprio questo il percorso che seguirà la mostra Marcello Mastroianni, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo (ricordiamo una delle sequenze fondamentali interpretate da Mastroianni: quella in cui si scatena nel ballo in Le notti bianche, il film di Luchino Visconti che segnerà il suo riconoscimento come attore “importante”). Tutta la vita e la carriera di Marcello Mastroianni sono raccontate in questa mostra che raccoglie i suoi ritratti più belli, i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, alternando immagini e racconti e immergendo lo spettatore in quello che è stato ed è ancora il più conosciuto volto del cinema italiano. Un percorso attraverso scritti, testimonianze, recensioni, oltre a un raro apparato fotografico che ritrae l’attore come non siamo abituati a ricordarlo, sul palco, vicino agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago.
Cinema e teatro, le due anime di uno degli attori più importanti del nostro cinema, raccontate in dialogo costante grazie ai materiali conservati dalla Cineteca di Bologna, dallo stesso Mastroianni e da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) con i quali è stato costruito questo percorso privilegiato che accompagnerà lo spettatore attraverso cinquant’anni di cultura e costume italiani.
Museo dell’Ara Pacis – Lungotevere in Augusta angolo via Tomacelli
Web: http://www.arapacis.it/it/mostra-evento/marcello-mastroianni
Martedì 18 dicembre2018